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Istituto di Formazione in pedagogia clinica riconosciuto UNIPED (Unione Italiana Pedagogisti). Censita CNEL. Aderente CoLAP

DISAGIO O DEVIANZA? L'INFLUENZA DELL'USO DELLA TECNOLOGIA IN ADOLESCENZA

Dott.ssa Filomena Rotondaro - Pedagogista Specializzata in pedagogia Giuridica, Milano

In generale con il termine devianza minorile ci si riferisce a comportamenti che violano le norme istituzionali, legate alla commissione di un reato. In realtà si tratta di un fenomeno più complesso che necessita di un approccio sistemico: intervenire sul minore e sul contesto di appartenenza. E’ proprio a partire dalle risposte e dagli strumenti che la società mette a disposizione che nascono diverse tipologie di devianza: quella “tradizionale” che fa riferimento per esempio all’aggressione, al danneggiamento e al vandalismo, ai furti e alle rapine, allo spaccio e all’assunzione di droga; e quella “nuova”, dell’ultima generazione legata, invece, all’uso della tecnologia, in particolare di internet e dei cellulari, che permettono:
• velocizzazione comunicazione;
• anonimità (no tracce);
• coinvolgimento di più persone.
Tutti elementi questi ultimi che soggiacciono alle nuove forme di devianza minorile.

Identità online e social network
I social network, in italiano rete sociale, sono gruppi di persone legate tra di loro da diversi legami sociali, come legami di lavoro, di amicizia, di pubblicità, ecc… Si sono diffusi da pochi anni negli Stati Uniti e da circa 3-4 anni sono sbarcati in Italia, e quello più diffuso oggi è senz’altro Facebook che ha più di 200 milioni di iscritti.
Ciò che accomuna gli ambienti virtuali è la mancanza di garanzie sull'identità degli individui interagenti: è infatti diffuso, all'interno delle comunità virtuali, il cosiddetto fenomeno del fake, ovvero la simulazione di un'identità fittizia, che può prevedere il cambiamento di genere, di età, e così via. In questo caso, il soggetto dà di sé un'immagine più stereotipata per dare maggiore credibilità e coerenza all'immagine che desidera creare. Entra in gioco qui la concezione dei sé possibili (Markus e Nurius, 1986), da considerarsi come possibili potenzialità, aspirazioni, paure in larga parte sottratte alla verifica empirica ed al controllo sociale. I sé possibili coincidono con il sé ideale.
Oltre a porsi la domanda su quanto i ragazzi siano in grado di instaurare un rapporto autentico con gli altri e quanto si sentono sicuri di esprimere se stessi senza ricorrere a identità alternative, l’intervento pedagogico deve in primis focalizzarsi sull’intenzionalità, ovvero cosa spinge il ragazzo a creare un sé ideale e quali vantaggi ne ricava?

Diffusione di fotografie, video in Rete e incontri con sconosciuti
Tutti i social network danno la possibilità di inserire e condividere foto personali e qualsiasi attimo della propria vita, scegliendo di esternarli indifferentemente anche a persone che non si conoscono.
Molti adolescenti dichiarano di essersi incontrati almeno una volta con persone conosciute online e di aver mandato fotografie a persone conosciute in chat. L’azione dell’intervento educativo mira allo sviluppo della capacità di saper valutare eventuali rischi di un incontro virtuale (percezione del rischio).

CYBER BULLYNG E BABY-GANG
“Il bullismo elettronico comporta l’uso di nuove tecnologie di comunicazione per attuare comportamenti aggressivi deliberati e ripetuti da parte di un individuo o di gruppi di individui, con l’intento di danneggiare gli altri” (Bill Belsey).
Le caratteristiche proprie del bullismo elettronico sono:
- utilizzo delle nuove tecnologie, quali Internet e telefonini (aggressione mediata tecnologicamente)
- non direttività dell’azione
- anonimato dell’aggressore (pseudonimi/nickname)
In particolare l’anonimato dell’aggressore e la mancanza di un rapporto diretto faccia-a-faccia con la vittima sono risultati essere elementi che favoriscono:
- il fenomeno del “disimpegno morale” negli aggressori (postulato dallo studioso Bandura): la mancanza di feed back fa si che l’aggressore non si senta in colpa, non percepisca la sofferenza provocata (al contrario del bullismo diretto) e da qui derivano:
- la deumanizzazione delle vittime
- l’amplificazione della intensità dell’aggressione.

I principali canali di aggressione utilizzati per il bullismo elettronico con il cellulare sono SMS e le chiamate, mentre con Internet le modalità più frequenti di bullismo sono veicolate da e-mail, messaggi istantanei e chat.
Le accuse per l’uso prolungato di video o messaggi in rete rientrano nei casi di Stalking, previsto dall’art. 612 bis c.p “Atti persecutori”.

L’USO DEL TELEFONINO
Internet e i cellulari vanno di pari passo: si videoriprende per poi diffondere on-line.
Ma quando videoriprendere diventa un reato?
Il codice della privacy stabilisce che è reato quando:
• le persone coinvolte non sono state informate (art. 13)
• non si è ottenuto il consenso esplicito dalle persone coinvolte (art. 23)

Tra le sanzioni previste sul piano giuridisdizionale ritroviamo:
• la responsabilità civile risarcitoria per violazione della privacy (art.10 c.c)
• la responsabilità penale per violazione privacy (art. 167 Codice della privacy del 2004)
• la responsabilità penale per il reato di ingiuria o diffamazione (artt. 591 e 595 c.p.) e/o per molestie e disturbo (art. 660 c.p.).

Nelle scuole è consentito l’uso dei telefonini?
Intorno all’uso o meno del telefonino nelle scuole si è avviato negli ultimi un forte dibattito sia a livello politico sia a livello sociale.
Tra i giovani vi è la tendenza di filmare con i telefonini in classe scene di scuola quotidiana e poi metterle on line sui social network, da youtube a Facebook. Molto spesso gli adolescenti affermano che dietro a tale azione vi è semplicemente una goliardia: essi non prestano attenzione alle conseguenze sulle persone videoriprese perché credono che le immagini sia esclusivamente dirette al mondo autoreferenziale delle amicizie, senza rendersi conto che invece mettere on line un filmato significa renderlo pubblico e diffonderlo a livello mondiale.
L’uso dei telefonini in classe non è solo atto a videoriprendere ma anche a mandare “messaggini" a compagni soprattutto durante i compiti in classe; a scambiarsi video pornografici tramite mms o il bluetooth del cellulare.
Tali azioni purtroppo si configurano come una grave violenza sanzionata anche in sede penale.

La scuola per l’uso dei cellulari e videocellulari fa riferimento alla Direttiva Ministeriale 30 novembre 2007 n. 104, che rifacendosi al Codice della privacy, consente:
- filmati e foto eseguiti dai genitori o dai ragazzi per esempio di recite, gite, saggi (attività extrascolastiche) se rimangono nell’ambito familiare o amicale;
- lezioni registrate per fini di studio. Un diverso utilizzo implica il necessario consenso del professore;
- cellulari in classe: sono consentiti anche se videofonini, ma solo per fini personali;
- le immagini in rete e la trasmissione di immagini via mms solo se vi è consenso espresso.

Inoltre all'interno delle scuole dovranno essere gli stessi regolamenti di istituto a sanzionare i comportamenti illeciti.

ESPRESSIONE DELLA PROPRIA CREATIVITA’ O DISAGIO GIOVANILE?
Oltre all’uso dei telefonini e di internet, tra i giovani si sta diffondendo il fenomeno dei graffiti come forma di creatività che però, spesso, viene associata ad atti di vandalismo.
Dunque i graffiti sono da considerarsi una forma d’arte o di disagio giovanile?
I motivi per cui si sente il bisogno di scrivere sui muri sono molteplici, come:
- alleviare tensioni,
- raccontarsi ,
- sfidare l’illegalità.
Ciò che è certo è che dietro questa forma di espressione vi è un segnale di disagio e una difficoltà nel comunicare: gli spray e le bombolette sono gli strumenti che permettono di esteriorizzare i propri stati d’animo come la rabbia, la confusione, la trasgressione ma anche la felicità e l’amore. Gli adolescenti hanno spesso paura di esternare i propri sentimenti, non hanno fiducia nell’altro e credono di non essere compresi.
La creatività quindi diventa strumento di comunicazione.

Tra i giovani oltre all’arte dei graffiti, è molto diffuso anche il fenomeno dei flashmobs, da considerarsi, in egual modo,una vera e propria arte.
Con Flash Mob si indica un gruppo di persone che si riunisce all’improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un’azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi. La comunicazione sul luogo, la data, l’ora, e così via, avviene attraverso l’uso di cellulari e di internet in tempi rapidi così da rendere difficile il controllo del fenomeno. Dietro a tale azione si vuole:
- catturare l’attenzione della massa
- rompere gli schemi rigidi dalla quotidianità

La creatività rappresenta uno strumento di espressione della devianza adolescenziale, che offre la possibilità al minore di liberare le proprie energie e potenzialità inespresse, acquistando una maggiore sicurezza in sè.
La figura del pedagogista giuridico si può inserire in questo mondo, creativo e virtuale tipico dell’adolescenza, attivando progetti che valorizzano le positività di cui ogni ragazzo è portatore e che stimolano un percorso personale di costruzione e di crescita, attivando relazioni pedagogicamente valide con figure significative. Si tratta, dunque, di innescare un processo che coinvolge:
- il minore;
- il gruppo dei pari;
- la famiglia;
- la scuola.
L’obiettivo è quello di comprendere la visione del mondo del minore, attraverso la proposta di molteplici interventi e attività che possano dilatare il campo di esperienza.

BIBLIOGRAFIA
Arcuili F, Le nuove forme di devianza minorile. Strumenti di tutela penale, civile ed amministrativa, G. Giappichelli Editore srl, Torino, 2008
Aleni Sestito L., Processi di formazione dell'identità in adolescenza, Napoli, Liguori, 2004
Bagdadi Masal Pas, Genitori non si nasce ma si diventa, Franco Angeli, Milano, 2002
Buzzi C., Cavalli A., De Lillo A., Rapporto giovani: sesta indagine dell'Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia, Il mulino, Bologna 2007
Ciofi R., Graziano D., Giochi pericolosi?: perché i giovani passano ore tra videogiochi online e comunità virtuali, Milano, F. Angeli, 2003
Genta M.L., Brighi A., Guarini A., Bullismo elettronico: fattori di rischio connessi alle nuove tecnologie, Roma, Carocci, 2009
ISTAT, Cittadini e nuove tecnologie, Istituto Centrale di Statistica, Roma, 2009

Jeammet P, Adulti senza riserva: quel che aiuta un adolescente, Raffaello Cortina (traduzione di Arianna Ghilardotti), Milano, 2009

Rutter M, & Rutter M, L’arco della vita. Continuità, discontinuità e crisi nello sviluppo, Firenze, 1995, Giunti Editore

LEGISLAZIONE ITALIANA
Nuovo codice di Procedura Penale Minorile, DPR n.448/1988
Direttiva Ministeriale n.104 del 30 novembre 2007 “Linee di indirizzo e chiarimenti interpretativi ed applicativi in ordine alla normativa vigente posta a tutela della privacy con particolare riferimento all’utilizzo di telefoni cellulari o di altri dispositivi elettronici nelle comunità scolastiche allo scopo di acquisire e/o divulgare immagini, filmati o registrazioni vocali”.

SITOGRAFIA
www.altrodiritto.it
www.antonellapedone.com
www.cgmbologna.it
www.cyberbullying.ca
www.cybercrime.gov,
www.cybercrimes.net
www.edscuola.it
www.giustizia.it
www.luigimastronardi.it
www.minorionline.it
www.pericolidiinternet.it

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